Vivien Leigh
I suoi studi terminarono dopo che conobbe Leigh Holman, un avvocato di tredici anni più vecchio di lei. Si sposarono nel 1932 e nacque una bambina, Suzanne, nel 1933. Nel 1935 Vivien ebbe un piccolo ruolo in “Things are Looking Up”. Dopo il suo debutto cinematografico, Vivien lavorò con l’agente John Giddon, che ritenne che il suo cognome da sposata, Holman, fosse inadatto.
Dopo aver respinto i consigli di Giddon, l’attrice decise di adottare come nome d’arte quello di Vivian Leigh. Il suo agente la raccomandò ad Alexander Korda, produttore e regista, ma fu respinta dallo stesso, che di lei disse che aveva uno scarso potenziale. Korda cambiò opinione quando la vide la notte della prima del film “The Mask of Virtue”, e le fece firmare un contratto per un film, rivisitando il nome con il diverso spelling “Vivien” Leigh. Anche Lawrence Olivier la vide in quello spettacolo e i due iniziarono un’amicizia che poi proseguì in una relazione dopo aver interpretato il ruolo di due amanti nel film del 1937 “Elisabetta d’Inghilterra”. Nel ’39 gli Studios di Hollywood erano alla ricerca di un’attrice che potesse interpretare Rossella O’Hara per l’adattamento cinematografico di Via col Vento da parte di David O. Selznick. Si pensava che la Leigh fosse troppo “inglese” per interpretare quel ruolo, ma successivamente se lo assicurò e vinse anche un Oscar come Miglior Attrice. Nonostante la Leigh fosse sbalorditiva nelle crinoline e corsetti di Via col Vento, il suo stile personale arrivò all’attenzione della direttrice di Vogue, Diane Vreeland, che riferendosi all’attrice la definì “la perfetta rosa inglese”. L’attrice prediligeva stilisti come Schiaparelli, Lanvin, Balmain e faceva spesso tappa al salone di Dior. Nei primi anni della sua carriera, la Leigh preferiva colori chiari, forse in omaggio alle vibranti tonalità scoperte in India, così come stampe e abiti gioiello. A causa della sua bassa statura, preferì sempre i vestiti ai completi.
Durante la Guerra, la Leigh usava riciclare gli abiti, indossando, per esempio, quello confezionato per la festa degli Oscar in Africa, dove si era recata per intrattenere i soldati. Il principio che guidava l’attrice nello shopping era di acquistare dei pezzi che sarebbero durati una vita, messaggio che rimane veritiero anche nell’odierno e veloce mondo della moda.